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28 aprile 2019, Frida Misul nel centenario della nascita: donne, Shoah, Resistenza
Per ricordare Frida Misul (3 novembre 1919-20 aprile 1992), ebrea livornese deportata ad Auschwitz-Birkenau e scampata all’olocausto, il Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici dell’Università di Pisa, la Comunità Ebraica di Livorno e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane organizzano per domenica 28 aprile 2019 una giornata di studio e di memoria dedicata a Frida, alla condizione femminile nei Lager e al ruolo delle donne nella memoria della Shoah. L’iniziativa si svolge presso la Fortezza Vecchia di Livorno, gentilmente concessa dall’Autorità Portuale dell’Alto Tirreno, ed è realizzata col supporto della Regione Toscana e della Fondazione Livorno, col patrocinio del Comune di Livorno, della Provincia di Livorno, della Fondazione Bassani di Ferrara e col sostegno di ANPI, ANPIA e ISTORECO, inserendosi così nel quadro delle cerimonie per la Festa della Liberazione.
Al centro della mattinata ci sarà la presentazione del volume Frida Misul, Canzoni tristi. Il diario inedito del Lager (3 aprile 1944-24 luglio 1945), Livorno, S. Belforte 2019, con l’intervento del curatore Fabrizio Franceschini, di Catia Sonetti dell’Istoreco Livorno e di Roberta Cella dell’Università di Pisa. Il volume presenta per la prima volta testi in prosa e in versi dovuti a Frida e straordinari per la loro ricchezza e precocità. Della Misul si conoscevano tre canzoni, cantate clandestinamente in Lager, e due versioni del diario della deportazione, risalenti al 1946 e al 1980. Oggi si pubblica, con un’ampia introduzione del curatore, il taccuino steso da Frida subito dopo la sua liberazione a Theresienstadt (9 maggio 1945). Troviamo qui ben quindici sue canzoni, riscritte sulla musica del canto ebraico Ha-tikvàh e delle più note canzoni italiane degli anni ’30-primi ’40 (Mamma, Muraglie, Torna Piccina, La Strada nel bosco, Vivere, La Torre di Pisa ecc.). Tra le Canzoni Tristi, che parlano della vita e della morte in Lager, e quelle dell’Attesa per il rientro in Italia si trova Il mio Diario e la mia Prigionia. Con tutta la forza della testimonianza immediata Frida racconta il suo doloroso e strenuo percorso da Livorno a Fossoli ad Auschwitz-Birkenau (ove entra il 22 maggio 1944), e quindi a Wilischthal, in un Lager al servizio dell’industria militare tedesca, fino a Theresienstadt, ove viene liberata dall’esercito sovietico.
La giornata del 28 aprile vuol essere anche l’occasione per una riflessione più ampia sulle prime testimonianze italiane della Shoah e sul ruolo particolare delle donne, come deportate o resistenti e come testimoni. Già in mattinata saranno presentate due videointerviste di Liliana Segre e Goti Bauer, realizzate di Marina Riccucci e da lei commentate insieme con Anna Segre.
Il pomeriggio vedrà l’intervento di qualificate studiose operanti in Italia e all’estero e sarà dedicato alle figure di Luciana Nissim, Liana Millu e Giuliana Fiorentino Tedeschi, passate come Frida Misul per Birkenau e protagoniste della prima stagione di testimonianze italiane della Shoah. Paola Bassani Pacht, della Fondazione Bassani, tratterà dell’attività di resistenza svolta da Valeria Bassani Sinigallia, mentre Roberto Rugiadi, Sarah Rugiadi e Luisa Doveri parleranno della memoria di Frida e del lavoro sulla Shoah tra le giovani generazioni.
Le conclusioni del convegno saranno tratte da Anna Foa, storica dell’ebraismo e dell’Età moderna, e da Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Un saluto musicale del coro Ernesto Ventura, con canzoni di Frida Misul, chiuderà l’evento del 28.
L’iniziativa avrà poi un proseguimento lunedì 29 aprile presso la sede di Fondazione Livorno (Piazza Grande 23), che ha finanziato il progetto dell’Università di Pisa dedicato a Frida Misul. Alle 17,30 partirà una visita guidata, aperta a tutti, alla mostra di Daniel Schinasi, ebreo sefardita di famiglia livornese: un’ulteriore occasione per riflettere attraverso l’arte sui valori universali comuni a tutti gli uomini.