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A Collesalvetti la mostra “Raoul Dal Molin Ferenzona: Enchiridion Notturno”

Dal 14 novembre al 15 marzo 2025, nelle sale della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, il percorso espositivo a cura di Emanuele Bardazzi e Francesca Cagianelli

Comune Collesalvetti – Mostra Ferenzona

Livorno, 30 ottobre 2024Dal 14 novembre 2024 al 15 marzo 2025, la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini di Collesalvetti ospiterà la mostra Raoul Dal Molin Ferenzona: Enchiridion Notturno. Un sognatore decadente verso l’occultismo e la teosofia, promossa e organizzata dal Comune di Collesalvetti, ideata e curata da Emanuele Bardazzi e Francesca Cagianelli, con il contributo di Fondazione Livorno attraverso il bando Interventi per l’arte e la cultura, e con la media partnership della Società Teosofica Italiana. Attraverso un percorso espositivo di circa 80 opere pittoriche distribuite in quattro sezioni, grafiche e illustrative, la mostra illustra l’importante carriera di Raoul Dal Molin Ferenzona, la cui estrazione fiorentina e la pluriennale militanza labronica si coniugarono con lunghe permanenze in Europa, il cui esito influì definitivamente sulla vocazione simbolista ed esoterica dell’artista.

I curatori propongono un’immersione nell’universo eclettico, tra misticismo e decadentismo, di un protagonista del Novecento toscano, contraddistinto da un inguaribile tormento spirituale, acuito dall’inquietudine di eterno déraciné votato alla vita nomade, dall’abuso di alcool e da un’instabilità nervosa capace di scatenare nella sua mente ossessioni paranoiche e voci persecutorie, e la cui tensione ascetica alla ricerca spasmodica di mete arcane e trascendentali rappresentava un autentico processo evolutivo dell’anima e di trasmutazione alchemica della coscienza, generato dal conflitto interiore tra le ragioni del Bene e del Male.

La prima sezione della mostra si intitola “Raul Dal Molin Ferenzona tra l’Italia e l’Europa: il viatico eterodosso di un iniziato rosacrociano”, è curata da Emanuele Bardazzi e affidata a trentadue importanti lavori della carriera pittorica e grafica dell’artista, particolarmente significativi di un percorso artistico iniziato all’alba del Novecento ed evolutosi fino alla morte con fedeltà e coerenza ai propri principi estetici anticonvenzionali e alle proprie simbologie anagogiche, attraverso un intreccio complesso di esperienze italiane e internazionali multiformi e costellate di innumerevoli viaggi in patria e all’estero, scanditi da letture, conferenze ed esposizioni. Si tratta di dipinti, acquarelli e incisioni dove spiccano vari inediti di straordinario fascino.

La seconda sezione, dal titolo “Come croce del tuo sogno: nomadismi spirituali di Ferenzona dal crepuscolarismo corazziniano alla Società Teosofica di Roma”, curata da Francesca Cagianelli, intende ripercorrere tappe e relazioni inerenti i reiterati soggiorni romani dell’artista, dalla primissima congiuntura del 1904, contrassegnata dalla contiguità con i circuiti artistici e letterari del decadentismo crepuscolare, culminante con la stesura de La Ghirlanda di stelle, edita nel 1912 e dedicata ai due più intimi amici, il collega faentino Domenico Baccarini, conosciuto all’epoca della frequentazione dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, e il poeta Sergio Corazzini, con cui doveva condividere la prestigiosa collaborazione alla rivista “Cronache latine”, di cui eseguì la copertina del primo fascicolo divenuto ormai di estrema rarità e oggi visibile in mostra.

“La stagione livornese di Ferenzona dal Caffè Bardi a Bottega d’Arte: gocce di veleno tra revival maudit e pastiches esoterici” è il titolo della terza sezione curata da Francesca Cagianelli, punta a focalizzare la centralità dell’artista nell’ambito della compagine labronica primonovecentesca, inauguratasi nel 1916 con la cruciale esposizione ai Bagni Pancaldi recensita da Giuseppe Maria del Chiappa, e successivamente attestata dalla reiterata partecipazione al calendario espositivo di “Bottega d’Arte” Livorno, dapprima tra il 1922 e il 1923 e quindi nuovamente nel 1923, mentre nel 1924 figurerà alla VII Mostra del Gruppo Labronico allestita nelle sale del Regio Liceo Niccolini.

La quarta sezione, dal titolo “Visionari, mistici e demoniaci: prodromi di grafica internazionale dall’idealismo estetico di Péladan all’occultismo praghese di Sursum”, curata da Emanuele Bardazzi, offre una preziosa rappresentanza del milieu simbolista europeo tra ‘800 e ‘900, che fu fonte di ispirazione primaria per la produzione immaginifica di Ferenzona, maturata negli anni giovanili attraverso il suo peregrinare nelle diverse città straniere – da Monaco di Baviera a Bruges, da L’Aya a Berna, da Vienna a Praga – in cerca di affinità elettive e nutrimenti spirituali.

Parallelamente alle quattro sezioni ordinate dai curatori, si affianca, secondo la prassi espositiva ormai pluriennale della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, una sezione bibliografica e documentaria, che presenta in anteprima un ampio ventaglio delle imprese editoriali dell’artista, cortesemente concesse in massima parte da Emanuele Bardazzi. A completamento di tale sezione spiccano due raffinatissimi manufatti di arte applicata, ideati e realizzati dall’artista, Lume da tavolo, intagliato in legno, e Bastone con manico d’avorio, testimonianze preziose di quell’impegno nell’ambito delle arti decorative apprezzato e segnalato a Livorno dall’outsider Giuseppe Maria Del Chiappa che sulle pagine del Telegrafo del 1916 proponeva non a caso il paragone con l’antico miniaturismo persiano e la moderna arte libraria tedesca: “I suoi «disegni decorativi» fabbricati per stoffe, per pannelli, ecc., si sono avvicinati per alcun tempo a stili diversi; dal russo al persiano antico, al tedesco moderno; ma sono poi usciti nella loro personalità ferenzoniana. E se oggi sono degli accenni, degli appunti, dei frammenti insomma – si augura Del Chiappa – noi dobbiamo credere che aumenteranno di mole e che godremo la realizzazione di quella gioia di colori e di forme che il decoratore nell’ansia del suo desiderio ha oggi fabbricato per la sua bellezza”.

La mostra, a ingresso gratuito, è aperta tutti i giovedì, sabato e domenica, ore 15.30-18.30; anche su prenotazione per piccoli gruppi; visite guidate gratuite su prenotazione: 0586 980118-227 e 392/6025703; cultura@comune.collesalvetti.li.itwww.comune.collesalvetti.li.it

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