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Concerto di Capodanno 2020

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Ieri, nei locali di Fondazione Livorno, è stato presentato il tradizionale Concerto di Capodanno.

L’attesa manifestazione, giunta alla 15^ edizione, si terrà mercoledì 1 gennaio 2020, alle ore 18, nello storico teatro livornese e rappresenterà un incontro augurale con la città per salutare tutti insieme il nuovo anno.

Il concerto, evento fuori abbonamento, è realizzato grazie al rinnovato rapporto di collaborazione che lega Fondazione Livorno, Conservatorio Pietro Mascagni e Fondazione Teatro Goldoni: Fondazione Livorno, con il suo impegno continuo e intenso a sostegno della cultura del territorio, Teatro Goldoni sempre più orientato alla diffusione e valorizzazione della musica e delle arti del palcoscenico, e Istituto Superiore di Studi Musicali Pietro Mascagni con la sua attività didattica e concertistica di altissimo livello, i suoi alunni e i suoi insegnanti.

Il programma musicale scelto per l’occasione, è stato  illustrato nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Marcello Murziani, Vicepresidente Fondazione Livorno, Marco Luise, Presidente Conservatorio Pietro Mascagni e Marco Leone, Direttore Generale Fondazione C. Goldoni.

I biglietti sono in vendita al botteghino del Goldoni (tel. 0586.240290) il martedì e il giovedì ore 10-13, mercoledì, venerdì e sabato ore 16,30 – 19,30. Durante il periodo delle festività sarà osservato il seguente orario di apertura: martedì 24 dicembre 10,00-13,00, venerdì 27 dicembre 16,30-19,30, sabato 28 dicembre 16,30-19,30, martedì 31 dicembre 10,00-13,00, mercoledì 1 gennaio aperta per il concerto a partire dalle ore 16,00.

Programma:

Il Capodanno in musica del 2020 si apre con l’Orchestra dei Fiati del Mascagni che propone la vivace Globe and Eagle (1879), una delle 132 marce dell’americano John Philip Sousa, con momenti di vero virtuosismo strumentale.

Seguirà la Second Suite for band, Latino Mexicana, una pagina di festosa allegria di Alfred Reed, anch’egli statunitense. Il primo dei quattro movimenti di cui si compone la Suite, Son Montuno, si basa su un ritmo di calipso cubano e il secondo, Tango-Saragossa Serenade, dà una lettura della danza argentina meno aspra e più sognante, alla maniera brasiliana. Guaracha, il terzo brevissimo scherzo, si coniuga al Tango che precede e all’ultimo movimento, Paso Doble, A la Corrida!, che chiude la Suite in un’atmosfera di fiesta spagnola.

L’Orchestra del Mascagni propone, poi, Sousedská in fa maggiore Tempo di minuetto dalle Danze slave op. 47 del 1879 di Antonin Dvořák – dove al tema iniziale, largo e arioso, risponde uno dal ritmo più marcato – e Furiant in sol maggiore, un presto enfatico, vorticoso, che riserva a oboe e flauto una breve, delicata melodia.

Dall’op.72, seconda serie delle Danze slave, del 1893, si ascolta Dumka – Allegretto grazioso, in mi minore, quasi un valzer malinconico, appassionatamente abbandonato alla linea melodica, che nello sviluppo del secondo tema scopre una vivacità piena di lieve grazia.

La seconda parte del programma si apre sulle note del valzer per antonomasia, Il bel Danubio Blu di Johann Strauss figlio, e alterna pagine orchestrali ad arie e duetti celebri.

Francesca Maionchi è qui interprete di Meine Lippen, sie kussen so heiss (Le mie labbra ti baciano, così calde) dalla Giuditta (1934), ultimo lavoro di Franz Lehár, la cui trama adombra una vicenda assai simile a quella della Carmen di Bizet.

Sarà poi il tenore Leonardo Gramegna a eseguire Granada, del messicano Augustìn Lara, brano che è stato cavallo di battaglia tanto di grandi interpreti lirici – Pavarotti, Domingo, Carreras – quanto di grandi voci della musica leggera quali Sinatra e Frankie Laine.

Il sogno dal Guglielmo Ratcliff di Pietro Mascagni, che segue in programma, è una delle pagine più appassionatamente romantiche del Maestro livornese. È l’oboe a esporre il tema, che archi e orchestra tutta riprendono, conducendolo a un climax drammatico del pieno strumentale, sottolineato dall’esplosione di piatti e timpani. Gli archi, poi, e l’oboe riprendono la melodia che si stempera, infine, nel dissolversi sommesso della chiusa del brano.

Ancora Franz Lehár con due celeberrimi duetti d’amore, di cui sono interpreti Francesca Maionchi e Leonardo Gramegna: Tace il labbro – da La vedova allegra del 1905 e Tu che m’hai preso il cuor, da Il paese del sorriso del 1929.

L’Intermezzo da Cavalleria rusticana, che segue, è una pagina breve ma d’intenso vigore poetico, che si pone come nodo centrale dell’intera drammaturgia dell’opera. Una pagina cara a Livorno, che in questa scrittura, fatta di slanci e impulsi improvvisi quanto di teneri abbandoni e malinconie, rilegge i tratti della propria natura.

Infine l’Orchestra del Mascagni e Lorenzo Sbaffi salutano il pubblico con il Brindisi della Traviata di Giuseppe Verdi con Francesca Maionchi e Leonardo Gramegna.

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