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Doppia inaugurazione per la mostra ‘La beata riva. Gino Romiti e lo spiritualismo a Livorno’

La beata riva – Gino Romiti e lo spiritualismo a Livorno

Inaugurazioni

  • Mercoledì 5 ottobre 2022 ore 17.00

Fondazione Livorno, Piazza Grande, 23 – Livorno

  • Giovedì 6 ottobre 2022 ore 17.00

Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, Via Umberto I, 63 – Collesalvetti

 

Interverranno

Luciano Barsotti Presidente Fondazione Livorno

Adelio Antolini Sindaco Comune di Collesalvetti

Olimpia Vaccari Presidente Fondazione Livorno – Arte e Cultura

Francesca Cagianelli Curatrice

 

Sarà inaugurata mercoledì 5 ottobre, ore 17.30 presso Fondazione Livorno (Piazza Grande, 23 – Livorno) e giovedì 6 ottobre, ore 17.30, presso la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini (via Umberto I, n. 63 – Collesalvetti) la mostra La Beata Riva. Gino Romiti e lo spiritualismo a Livorno. Protagonisti e Cenacoli tra la Scuola di Guglielmo Micheli, il Caffè Bardi e Bottega d’Arte, promossa da Fondazione Livorno, Fondazione Livorno – Arte e Cultura e Comune di Collesalvetti e curata da Francesca Cagianelli.

Ideata secondo un percorso monografico e tematico, comprende oltre 80 opere, dedicate a Gino Romiti (Livorno, 5 maggio 1881 – Livorno, 19 settembre 1967) e al cenacolo divisionista e simbolista formatosi nella Livorno tra il primo e il secondo decennio del XX secolo. La mostra intende ripercorrere l’evoluzione stilistica dell’artista livornese maturata grazie all’incontro con il belga Charles Doudelet e alla devozione tributata fin dal 1906 a Vittore Grubicy De Dragon, sullo sfondo dell’ondata spiritualistica che travolge i circuiti artistici cittadini, tra la Scuola di Micheli, il Caffè Bardi e Bottega d’Arte.

In una Livorno attraversata dai miti dannunziani e dalle teorie estetiche di Angelo Conti, oltre che dall’eco horror dei racconti fantastici di Edgar Allan Poe filtrata dalle traduzioni firmate da Charles Baudelaire, fondi marini e antichi giardini diventano teatri di visioni spirituali, come confermano le sirene fluttuanti tra la flora e la fauna degli abissi vagheggiati da Gino Romiti, così come i suoi parchi e angoli d’orto si trasformano in misteriosi labirinti dove resta possibile intraprendere un percorso iniziatico.

Sono proprio alcune testimonianze pittoriche e grafiche emerse dalla perlustrazione dell’Archivio Romiti ad aver consentito l’indagine approfondita di un capitolo completamente inedito nell’ambito della pluriennale carriera stilistica di Gino Romiti, quello cioè riconducibile al sodalizio instauratosi nella Livorno primonovecentesca intorno alla carismatica personalità del letterato ragusano Enrico Cavacchioli (Pozzallo, 15 marzo 1885 – Milano, 4 gennaio 1954).

Proprio nella ricorrenza del 160° dalla nascita di Gabriele d’Annunzio ((Pescara, 12 marzo 1863Gardone Riviera, 1 marzo 1938), questa mostra costituisce un’occasione unica per assaporare una stagione culturale estremamente importante per la Livorno primonovecentesca, pervasa dalla diffusione del verbo di Gabriele d’Annunzio e dall’estetica dello scrittore e filosofo Angelo Conti (Roma, 21 giugno 1860 – Napoli, 8 luglio 1930).

La complessità e la vastità del percorso espositivo di questa mostra si articolano nel catalogo e nella mostra in cinque sezioni, di cui le prime due, dedicate rispettivamente al credo estetico e alla maturità artistica di Gino Romiti, Il credo artistico di Gino Romiti dalla lezione di Guglielmo Micheli al verbo di Vittore Grubicy De Dragon (I sezione) e La gioia infinita: verso l’Eterna melodia (II sezione), sono state allestite presso la sede di Fondazione Livorno e attestano la parabola stilistica dell’artista, formatosi nell’ambito alla Scuola di Micheli insieme ad una multiforme e aggiornata compagine di artisti e convertitosi tra il 1902 e il 1904 al divisionismo di Giovanni Segantini e Giuseppe Pellizza da Volpedo, come testimoniano alcuni bozzetti di cartoline inedite confezionate per l’amico Adriano Baracchini Caputi, riprodotte per la prima volta nel catalogo della mostra.

Le tre successive sezioni, rispettivamente, Sulle ali delle chimere. Gino Romiti nella Livorno di Enrico Cavacchioli (III sezione), Il Volto dell’Azzurro. Protagonisti e Cenacoli sulla riva del Tirreno tra la scuola di Micheli, il Caffè Bardi e Bottega d’Arte (IV sezione) e Seduzioni e incantesimi di carta. Il mito fatale della Sirena nella grafica del Simbolismo e Art Nouveau, sono invece visitabili presso la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini e costituiscono un affondo sulla produzione simbolista di Romiti.

Notissimo in ambito cittadino, oltre che in sede nazionale, per la sua produzione paesaggistica e marinistica, ricondotta dalla critica coeva quando alla tradizione macchiaiola, quando invece al moderato aggiornamento luminoso in voga nella Scuola di Micheli, quando infine alla lezione dei protagonisti del divisionismo italiano da Giuseppe Pellizza da Volpedo a Vittore Grubicy De Dragon, Gino Romiti rivive in questa mostra con una nuova identità culturale e artistica.

Recuperate dall’Archivio Romiti e presentate in quest’occasione per la prima volta, alcune opere mai viste sanciscono infatti la novità sorprendente di un’operazione critica che punta a ricollocare l’artista in un panorama storiografico nazionale e internazionale.

Sono proprio le Veneri e le Sirene disseminate da Gino Romiti nei suoi celebri fondali marini, così come da altri protagonisti del cenacolo artistico livornese del Caffè Bardi, quali in particolare Benvenuto Benvenuti, Mario Pieri Nerli e Raoul Dal Molin Ferenzona, a reclamare un’appartenenza iconografica e stilistica al serbatoio della grafica internazionale, come evidenziato nella V sezione della mostra Seduzioni e incantesimi di carta. Il mito fatale della Sirena nella grafica del Simbolismo e dell’Art Nouveau, curata da Emanuele Bardazzi.

La mostra La Beata Riva. Gino Romiti e lo spiritualismo a Livorno. Protagonisti e Cenacoli tra la Scuola di Guglielmo Micheli, il Caffè Bardi e Bottega d’Arte costituisce una sorta di prosecuzione strategica, ma anche e soprattutto scientifica di quella precedentemente realizzata alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, Dans le noir. Charles Doudelet e il simbolismo a Livorno (30 settembre 2021 / 20 gennaio 2022), in quanto intende ricomporre l’assetto storiografico relativo alla carriera di Gino Romiti attorno alle vicende del simbolismo diffuso nella Toscana primonovecentesca, da Firenze a Livorno, grazie alla presenza del belga Charles Doudelet.

 

Info e Visite

Fondazione Livorno: tel. 0586.826133 – info@flartecultura.itwww.fondazionelivorno.it

Visite guidate in Fondazione dal lunedì al venerdì su appuntamento (Diderot servizi alla Cultura 339.8289470 info@coopdiderot.it); per le visite delle scuole contattare Cooperativa Itinera (0586.894563 – didattica@itinera.it)

 

Pinacoteca Comune Carlo Servolini di Collesalvetti: tel. 0586.980251 – 392.6025703

pinacoteca@comune.collesalvetti.li.itwww.comune.collesalvetti.li.it.

Visite tutti i giovedì, ore 15.30-18.30 e su appuntamento per i gruppi e le scolaresche visite guidate su prenotazione

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