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I molteplici aspetti della povertà in un convegno

Rappresentanti delle istituzioni e della Chiesa riuniti per discutere e approfondire il tema

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La povertà e le sue declinazioni nell’economia globalizzata è il convegno tenutosi stamani nella parrocchia di Nostra Signora di Fatima di Livorno e online alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni e della Chiesa, riunitisi per approfondire il tema declinato nei suoi molteplici aspetti: educativo, digitale, alimentare, abitativo, energetico, sanitario. L’evento è stato realizzato da Università di Pisa, Dipartimento di Scienze Politiche – Università di Pisa, Fondazione Livorno e Fondazione Caritas Livorno

Il convegno si è svolto in due sessioni. Nella prima, l’introduzione al tema è stata affidata a Claudio Franchini che, in occasione del convegno, ha presentato il suo volume L’intervento pubblico di contrasto alla povertàBasta un semplice sguardo per accorgersi di quanta povertà che ci circonda, non solo in senso strettamente economico, ma anche didattico, sociale, sanitario, educativo. Non basta il semplice sostegno economico – spiega Franchini – è necessario intraprendere dei percorsi di accompagnamento in un’ottica di contrasto alla povertà. Occorre insomma abbandonare il circolo vizioso dell’assistenzialismo, aiutando i destinatari a sviluppare le capacità di accedere autonomamente ai propri diritti. 

Si sono poi susseguiti una serie di approfondimenti focalizzati sui vari aspetti della povertà. Dell’aspetto educativo e digitale ha parlato la prof.ssa di Diritto Amministrativo Loredana Giani. Quella della povertà è una declinazione multi-dimensionale, e ciascuna dimensione inevitabilmente incrementa l’altra. La povertà economica può acuire quella educativa, che a sua volta può influire sulle interazioni sociali. 

Il problema della povertà è talmente complesso da essere necessaria, oltre all’intervento dello Stato, anche la preziosa azione di privati, Terzo settore e dei singoli individui. Quando si pensa alla povertà, subito, ci si ricollega al disagio economico, ma la povertà è anche disuguaglianza, limitazione e privazione dei diritti fondamentali, un fenomeno antico che, col passare dei secoli e l’evolversi della società, ha assunto nuove forme.

Sono spesso articolati i processi che determinano la povertà e eterogenei sono i modi con cui si manifesta. C’è la povertà alimentare di tanti paesi sottosviluppati ma anche di tanti anziani emarginati nelle nostre città, quella educativa di molti bambini abbandonati a se stessi, la povertà digitale di chi non ha più tempo o strumenti per emanciparsi, la povertà di chi non trova un alloggio, di chi non trova lavoro e di chi non può accedere all’assistenza sanitaria.

Chi sono i nuovi poveri? Sono i giovani, con le loro povertà relazionali – ha in seguito affermato Mons. Simone Giusti  – le vittime delle guerre, le famiglie che a stento arrivano a fine mese, i nuovi poveri sono anche coloro il cui equilibrio è stato sconvolto dalla pandemiaGuido De Nicolais, Direttore di Fondazione Caritas Livorno, ha inseguito approfondito il tema della povertà alimentare come quantità, ma anche come qualità e diversificazione: in sostanza, non si tratta solo di avere accesso al cibo, ma di poter consumare un pasto salutare e variegato. 

Di pari importanza le riflessioni sulle povertà abitativa e sanitaria, rispettivamente esposte dalle docenti di Diritto Amministrativo Monica Delsignore e Marina D’Orsogna. Quello dell’ housing sociale è un fenomeno che interessa indigenti, lavoratori, studenti fuori-sede e tutte quelle persone che, a causa di disastri e calamità naturali, hanno perso la loro casa. Il diritto all’abitazione è incluso nel catalogo dei diritti inviolabili – ha affermato Monica Delsignore – e per poterlo garantire si è reso necessario l’intervento pubblico. Allo stesso modo, come sottolineato da Marina D’Orsogna, il diritto alla sanità è di tutti, indistintamente. La povertà sanitaria è dunque la condizione di tutti coloro che non hanno l’essenziale per accedere all’essenziale, ovvero non accedono ai servizi che portano al pieno benessere psicofisico. 

Questo convegno ha fatto incontrare interlocutori diversi ed esperti per studiare potenzialità e precarietà e mettere a punto una proposta di intervento di sistema. Una questione, quella della povertà, che non riguarda il singolo ma l’intera comunità. E’ dunque richiesta l’azione di tutti: dal pubblico, al privato al singolo individuo.

Incontri come quello di oggi sono importantissimi – ha in seguito affermato l’Assessore alla Cultura di Livorno Andrea Raspantiè bene parlare di povertà perché solo discutendone è possibile ragionare sugli strumenti per contrastarla. 

All’apertura del convegno è intervenuto Riccardo Zucchi, il nuovo Rettore dell’Università di Pisa che, alla sua prima uscita pubblica, ha ben evidenziato come oltre alle espressioni della povertà previste nel corso della giornata, vadano considerate anche quella morale e di valori. 

Siamo in un momento storico assai complesso – ha affermato il presidente di Fondazione Livorno Luciano Barsotti. Pandemia, guerra, crisi energetica e inflazione hanno decretato una crescita esponenziale dei tassi di povertà. L’azione delle fondazioni, che sin dalle lontane origini hanno una vocazione filantropica, è strettamente legata al concetto di povertà e ai contesti di disagio che ne derivano. 

L’efficienza dell’intervento pubblico è frenata dalla burocrazia, dalla parcellizzazione degli interventi, dalla sovrapposizione dei ruoli. Occorre quindi un nuovo modello di welfare che non può non tener conto di una risorsa preziosissima: il terzo settore, con le sue associazioni, il suo volontariato, la sua filantropia. Sono questi i temi affrontati nella sessione pomeridiana del convegno, coordinata dalla vice presidente di Fondazione Livorno Cinzia Pagni.

Nel suo intervento, il Direttore Generale di ACRI Giorgio Righetti, ha parlato dell’azione delle Fondazioni per il contrasto alle forme di povertà, spiegando che Le fondazioni attuano progetti e modelli strategici e intervenendo a sostegno dell’interesse comune. Su tre povertà, in particolare, le fondazioni sono maggiormente intervenute: housing sociale (povertà abitativa), educativa, in quanto la responsabilità non è soltanto del sistema scolastico ma dell’intera comunità, e, infine, digitale. Quest’ultimo aspetto si concretizza appieno con l’istituzione del Fondo per la Repubblica Digitale, che ha l’obiettivo di ridurre il gap di competenze digitali in Italia. 

A seguire, l’economista ed esperto del Terzo Settore Stefano Zamagni ha sottolineato come Con l’aumento della ricchezza globale aumentano anche le povertà. L’azione di contrasto al fenomeno è certo fondamentale ma non basta: bisogna estirpare le cause profonde della povertà. Come? Passando da un sistema sociale di tipo bipolare (Stato e mercato) a un sistema tripolare (Stato, mercato e comunità) e applicando un principio di sussidiarietà circolare piuttosto che verticale. 

Una riflessione sul ruolo dello Stato è emersa anche dall’intervento del Prof. Aldo Sandulli, che ha spiegato come la globalizzazione economica abbia consentito a molti paesi sottosviluppati di crescere ed emanciparsi, determinando però anche delle distorsioni, come l’accumulo della ricchezza nelle mani di pochi. 

A concludere questa importante tavola rotonda sui concetti e le forme della povertà, ma anche sui metodi di studio e contrasto dei fenomeni sociali che ne derivano, è stata la Prof.ssa Giovanna Colombini con un focus su una delle declinazioni più recenti della povertà: quella energetica.

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