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Presentata la mostra “Osvaldo Peruzzi. Splendore geometrico futurista”
La mostra, a cura di Massimo Duranti e Andrea Baffoni, sarà allestita nelle sale di Fondazione Livorno fino a febbraio 2025
Livorno, 25 ottobre 2024 – Nell’anno del ventesimo anniversario della scomparsa di Osvaldo Peruzzi, Fondazione Livorno ospita nei propri spazi espositivi la mostra Splendore Geometrico Futurista, a cura di Massimo Duranti e Andrea Baffoni. La mostra, visitabile dal 25 ottobre 2024 al 23 febbraio 2025, si pone in continuità con il percorso allestito nel 2023 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma e comprende circa 100 opere tra dipinti, disegni, carteggi e documenti.
Con questa esposizione, si vuole dedicare spazio anche alla produzione artistica post-futurista di Peruzzi, quella dell’esaltazione geometrica della scena urbana e marittima di Livorno, ritratta con colori vibranti e forme nette. Le opere, con l’acceso cromatismo e le precise scansioni geometriche, costituiscono un importante tassello del percorso espositivo permanente di Fondazione Livorno e rivelano la convinta adesione del pittore al Movimento Futurista: dagli esordi aeropittorici di Aeropittura e Ideale cosmico (entrambi del 1937) all’atmosfera cupa e ombrosa delle opere realizzate durante la prigionia a Weingarten Camp, dall’esplorazione dei lidi marittimi alla ricca produzione grafica di serigrafie e litografie dedicate a pali marinari, paesaggi di Livorno e scattanti Ferrari.
Osvaldo Peruzzi nasce a Milano nel 1907, ma già l’anno successivo si trasferisce a Livorno, dove trascorre la giovinezza e consegue il diploma presso l’Istituto Tecnico Industriale. Successivamente torna nel capoluogo lombardo per frequentare il Politecnico, laureandosi in Ingegneria nel 1932. Proprio in quegli anni, intreccia una fitta corrispondenza col collega Armando Silvestri, disegnando una serie di cartoline postali che costituiscono gli esordi artistici del futurista livornese, e conosce Filippo Tommaso Marinetti, Enrico Prampolini e Bruno Munari, dei quali sposa l’ideologia artistica. Così Peruzzi aderisce al Futurismo e nel 1932 inaugura la sua prima mostra personale nella sala del Bar Taveggia esponendo tredici pastelli ispirati al cinema americano e alla musica jazz.
Intellettualmente e artisticamente impegnato con il Movimento Marinettiano, il pittore si dimostra da subito artista curioso e instancabile, tanto che tra gli anni Trenta e Quaranta partecipa a tutte le mostre, sia in Italia che all’estero. L’Aeropittura si manifesta nel suo linguaggio e nella sua poetica con temi originali rispetto ai canoni marinettiani: si ispira a Fillìa – pseudonimo del poeta e pittore Luigi Colombo – e Enrico Prampolini, ma è anche affascinato dalla poetica del paesaggio di Gerardo Dottori e dall’idealismo cosmico prampoliniano, evidente soprattutto nel repertorio livornese. È nel 1941 che l’artista dichiara i fondamenti della sua poetica:
“…colore + splendore geometrico + simultaneità + compenetrazione = plastica della essenza individuale”
Quello di Osvaldo Peruzzi, è un Futurismo fondato sulla giustapposizione di colori brillanti e di geometrie compatte, un vero e proprio “splendore geometrico” che, attraverso la rappresentazione simultanea di più azioni, supera la fissità della tela stessa.
Se a Milano l’artista apprende e assimila la lezione futurista, è a Livorno che, portando avanti anche l’intensa attività della vetreria di famiglia, si dispiega il suo percorso artistico. Sono molte le tele con cui Peruzzi omaggia la città labronica, ritraendone luoghi e simboli identitari e significativi come i Bagni Pancaldi, la Baracchina Rossa, la Madonna di Montenero… Opere che testimoniano un legame tenero e profondo, senza mai perdere la peculiare impressione dinamica, con tutte le suggestioni suscitate dal “volo”, dalla musica e dal cinema.
La mostra è stata realizzata grazie alla preziosa collaborazione degli eredi dell’artista, custodi di alcune fra le opere più significative, del Comune di Livorno, Fondazione Primo Conti di Fiesole, Archivio di Stato di Milano, Associazione culturale Archivi Dottori, Galleria d’Arte Moderna di Roma e dell’Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma. La mostra è inoltre corredata da un catalogo edito da Gangemi Editore che illustra opere, testi critici e apparati bio-bibliografici.
Weekend di apertura della mostra con visite guidate a ingresso gratuito
dalle ore 15.30 alle ore 19.30
26-27 ottobre 2024
9-10 novembre 2024
23-24 novembre 2024
7-8 dicembre 2024
21-22 dicembre 2024
11-12 gennaio 2025
25-26 gennaio 2025
8-9 febbraio 2025
22-23 febbraio 2025
Visite dal lunedì al venerdì su appuntamento
Diderot servizi alla Cultura: tel. 339 8289470
Per le visite delle scuole contattare Segreteria Didattica Itinera: tel. 0586 894563 | didattica@itinera.info
Info e contatti
FONDAZIONE LIVORNO
tel. 0586 826111 | info@fondazionelivorno.it | www.fondazionelivorno.it
Massimo Duranti, critico d’arte, giornalista, accademico dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia e socio della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, è impegnato da anni come critico militante e storico del Futurismo. Ha curato innumerevoli mostre e cataloghi, in Italia e all’estero, pubblicato saggi e tenuto lezioni e conferenze nelle principali città italiane, a Londra, New York, Coira, Minsk. Collabora con riviste d’arte e periodici. È curatore della Raccolta Gerardo Dottori di Palazzo della Penna del Comune di Perugia. Nel 2005 ha fondato gli Archivi Dottori, del quale è presidente, e nel 2006 ha curato e pubblicato, per i tipi di EFFE Fabrizio Fabbri Editore, il Catalogo generale ragionato dell’artista. Dal 2022 è presidente dell’Archivio Tato.
Andrea Baffoni è Storico e Critico d’arte. Dal 2004 è membro del comitato scientifico degli Archivi Gerardo Dottori di Perugia. È giornalista-pubblicista iscritto all’Ordine. Ha diretto la rivista di arte contemporanea “Contemporart” (Modena). Ha curato numerose mostre sul futurismo e pubblicato nel 2015 il saggio “Contro ogni reazione”. Enrico Prampolini. teorico e promotore artistico, Lantana, Roma. Il suo ultimo libro, dal titolo Dannati Romantici. Da Géricault a Ligabue, è uscito nel 2021 per la casa editrice Fabrizio Fabbri Editore, Perugia.