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In arrivo la mostra “Antonio Vinciguerra – Abitare l’assenza”
Si presenta venerdì 12 dicembre alle 17.00 nella Sala Cappiello di Fondazione Livorno la mostra Antonio Vinciguerra. Abitare l’assenza. Curata da Giorgio Bacci, l’esposizione ripercorre oltre cinquant’anni di attività dell’artista livornese attraverso dipinti, sculture e lavori su carta che mettono in dialogo memoria, materia e visione, restituendo la complessità di una ricerca costantemente volta alla sperimentazione.
Articolato in sei nuclei tematici, il percorso espositivo si apre con Autoritratti e memorie d’artista, dove la figura dell’autore appare come un’ombra, un’indicazione laterale, più che come una presenza dichiarata. Vinciguerra sviluppa un serrato confronto pittorico con i suoi maestri di riferimento – da Picasso a de Chirico, da Piero della Francesca a Casorati – filtrandoli attraverso una riflessione intensa sul ruolo dell’immagine, sull’idea di presenza e soprattutto su quella di “assenza”, tema che dà il titolo alla mostra.
La sezione Immagini: tracce e impronte mette in luce una delle costanti della ricerca di Vinciguerra: l’immagine come impronta, come residuo di un contatto. Tovaglie segnate dalle pieghe, tessuti che conservano gesti, piani inclinati che rivelano ombre: ogni superficie diventa un luogo di apparizione, un teatro in cui la pittura ricostruisce ciò che non c’è più ma continua a insistere nella materia.
Questa dimensione sospesa prosegue ne Il sacro, dove la spiritualità si manifesta attraverso materiali poveri – legno, lamiera, gesso, cartone – che l’artista trasfigura in icone di quotidianità intima. Lontano dall’enfasi liturgica, il sacro di Vinciguerra è un attraversamento silenzioso: una luce, un margine, una forma che si sottrae pur lasciando una presenza.
Uno dei nodi centrali della ricerca dell’artista emerge nella sezione Il limite svelato, ispirata all’omonima mostra curata da Germano Celant nel 1981, cui Vinciguerra ha guardato con forte interesse. Qui la cornice diventa soglia e luogo di riflessione: tele allentate, cornici dipinte, cartoni squadrati e pacchi semiaperti interrogano lo statuto dell’opera d’arte e il confine tra immagine e spazio dello spettatore. Il limite non è un bordo, ma un dispositivo concettuale che rende visibile il processo stesso del vedere.
La sezione Origine si concentra sull’uovo, forma perfetta e fragile che attraversa decenni di lavoro dell’artista, evocando una dimensione simbolica, oltreché pittorica, elementare e universale. L’uovo diventa nucleo di luce, forma assoluta, punto di partenza di una riflessione sull’essenza dell’immagine.
Il percorso si chiude con le Poltrone, serie iconica nella produzione di Vinciguerra. Queste opere, a volte iperrealiste, altre appena incise nella superficie del cartone, diventano metafora della “presenza dell’assente”: una figura che non c’è, ma che si intuisce; un posto riservato allo sguardo; un autoritratto che coincide con il vuoto.
Con Abitare l’assenza, Fondazione Livorno dedica a Vinciguerra un progetto che restituisce il valore di un artista che ha attraversato stagioni, linguaggi e generazioni, portando il suo lavoro in sedi espositive nazionali e internazionali. La mostra rappresenta un’occasione unica per riscoprirne la profondità poetica e la coerenza di visione, attraverso opere che interrogano il nostro rapporto con le immagini, il tempo e la memoria.
La mostra, corredata dal ricco catalogo edito da Pacini, sarà visitabile gratuitamente a ingresso libero ogni weekend fino al primo marzo 2026.