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Incontri con la Fondazione – La Livornina. Alle origini di una città cosmopolita

L'appuntamento giovedì 5 dicembre in Fondazione, presenta il volume il Professor Marcello Verga

la livornina lucia felici

Livorno, novembre 2024 – Il prossimo Incontro con la Fondazione, con il patrocinio del Comune di Livorno, sarà dedicato all’evento più importante della storia di Livorno: Le Livornine. Con quelle leggi emanate da Ferdinando I de’ Medici nel 1591, 1593 e nel 1595 si realizzò il progetto del granduca di Toscana di aprire il porto di Livorno ai principali attori del commercio contemporaneo, senza limitazioni confessionali, per dare corpo al disegno di inserire il suo Stato nei grandi traffici economici internazionali e di rafforzarlo nel contesto politico italiano ed europeo.

Giovedì 5 dicembre, ore 16.30 nella sala Cappiello di Fondazione Livorno, sarà presentato il volume La Livornina: alle origini di Livorno, città cosmopolita in età moderna curato da Lucia Felici, ordinaria di Storia moderna dell’Università di Firenze e esperta di storia culturale e sociale dell’Europa del Cinquecento.

Interverranno:

Luciano Barsotti Presidente Fondazione Livorno

Giovanna Cepparello Assessore del Comune di Livorno

Vittorio Mosseri Presidente della Comunità ebraica di Livorno

Sarà presente la curatrice Lucia Felici, Professoressa di Storia Moderna all’Università di Firenze

Il libro si avvale degli studi di specialisti che nel tempo si sono occupati della storia di Livorno: Stefano Villani, già docente nell’Università di Pisa ora professore nell’Università del Maryland; Daniele Edigati, ordinario di Storia del Diritto, nell’Università di Bergamo; Lucia Frattarelli Fischer, che a lungo si è occupata della presenza delle minoranze religiose e della storia della città di Livorno; Lorenzo Benedetti e Massimo Bomboni, due giovani dottori di ricerca che hanno già pubblicato importanti volumi sulla presenza dei Greci ortodossi a Livorno e sul ruolo della famiglia olandese dei Lus nello sviluppo del commercio del porto di Livorno a fine Cinquecento.

Questa edizione, curata dalla Casa Editrice Viella di Roma, si propone di divulgare i tre testi delle Livornine – già in parte pubblicati, ma di difficile reperimento – corredati di saggi che ne ripercorrono la storia e ne analizzano il significato (giuridico, politico e culturale), le caratteristiche e i limiti, dalla promulgazione al XVIII secolo. Scopo del libro è contribuire allo studio della tolleranza religiosa nell’Europa moderna e indurre una riflessione sulla convivenza multiconfessionale, additando a un vasto pubblico questo esempio straordinario di società nata nell’Italia della Controriforma grazie alle Livornine, che permise alla città, pur nei suoi limiti, di diventare un modello di convivenza religiosa esemplare nella storia della tolleranza dell’Europa moderna.

La legge del 1593, conosciuta come Livornina, concesse la possibilità agli ebrei sefarditi e a diverse comunità acattoliche di vivere secondo la propria fede e il porto della Toscana si trasformò in un porto franco internazionale, aperto a popoli, fedi e culture, nello scenario delle relazioni globali dell’età moderna. Per privilegio sovrano, furono invitati a stabilirsi a Livorno “mercanti di qualsivoglia nazione, Levantini, Ponentini, Spagnoli, Portoghesi, Greci, Todeschi et Italiani, Hebrei, Turchi, Mori, Armeni, Persiani et altri” con garanzia di libertà religiosa e privilegi economici, ma anche con l’impegno a concorrere alla prosperità del Granducato. La legge favorì principalmente la nascita di una grande comunità ebraica ma numerosi furono anche gli insediamenti acattolici.

Nacque così una “città delle nazioni” che, pur nei suoi limiti, rappresentò un modello di convivenza religiosa e di prosperità economica nel teatro dei conflitti religiosi dell’epoca. Su questa peculiarità, in particolare, si sofferma il dossier a colori di cui è arricchito il volume.

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