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Bruno Munari e Stefano Guerrera protagonisti delle due mostre allestite per il festival dell’umorismo

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Saranno inaugurate giovedì 22 e venerdì 23 settembre le due mostre promosse da Fondazione Livorno e Fondazione Livorno – Arte e cultura che accompagneranno il programma del festival sull’umorismo Il Senso del Ridicolo. Nell’occasione sarà esposta al  pubblico una delle false teste di Modigliani.

Se i quadri potessero parlare  è la mostra dedicata alla spassosa pagina Facebook in cui Stefano Guerrera ha corredato capolavori della storia dell’arte di battute esattissime e spiazzanti (come «Mai ‘na gioia» e «Ciaone»)  che ha già prodotto due libri. Ora ne deriva questa mostra, che tradisce l’amorevole confidenza con cui è lecito e consigliabile sdrammatizzare la sacralità dell’arte e portarcela, così, più vicina. Riderne è un altro modo di misurare la sproporzione fra il suo linguaggio universale e i nostri gerghi e dialetti quotidiani.

A presidiare silenziosamente la mostra, la Testa n. 2 della famosa beffa su Modigliani del 1984: l’unica che fu prodotta davvero e soltanto per uno scherzo giovanile e scanzonato, scherzo che però ha poi preso una dimensione impensabile, enorme e persino drammatica.

Sarà inaugurata giovedì 22 alle ore 18.00 presso la Bottega del Caffè  e rimarrà aperta fino al 25 settembre con i seguenti orari: giovedì 22 dalle 18.00 alle 20.00, venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 dalle 10.00 alle 20.00.

Bruno Munari: un personaggio in cerca d’aurore sarà invece inaugurata venerdì 23 settembre alle ore 11,30 presso la Sala degli Archi, Fortezza Nuova.

Macchine, poltrone, forchette, animali, paradossi: nel lavoro di Bruno Munari, che lui stesso ripercorreva in una mostra autobiografica, persino le macchine per le fotocopie non riescono a fare banalmente il loro mestiere giacché sono costrette all’originalità. Se l’umorismo è cercare le pieghe inedite del mondo, Munari è stato non solo un grande artista e un maestro di design, ma anche, incidentalmente, un umorista impareggiabile, per il quale l’ovvio è l’oppio dei popoli e l’occhio, invece, ne costituisce l’unico possibile riscatto.

La mostra rimarrà aperta fino al 25 settembre e osserverà i seguenti orari: venerdì 23 dalle 11,30 alle 20.00,

sabato 24 e domenica 25 dalle 9.00 alle 20.00.

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