Grande successo della mostra dedicata a Mario Puccini
Il "Van Gogh involontario” al Museo della Città fino al 19 settembre
E dopo Modigliani si taglia il nastro per Puccini. Sotto l’arco simbolo della cultura che ritorna a Livorno, il sindaco Luca Salvetti promette: “Apriremo le porte ai tanti artisti livornesi noti e meno noti, per farli conoscere a tutti. Grazie ad un allestimento spettacolare, con questa mostra scopriremo una cospicua collezione di dipinti che ci permetterà di ampliare la conoscenza di questo pittore straordinario e soddisferemo anche la voglia di tanta gente di tornare a riassaporare una Livorno diversa”.
La parola passa a Cinzia Pagni, vicepresidente di Fondazione Livorno che esprime l’orgoglio e la soddisfazione dell’ente per aver partecipato in sinergia con il Comune alla realizzazione di questa mostra eccezionale, ammirata da tutti con tanto entusiasmo.
Sono le 18, Piazza del Logo Pio si riempie di tanta gente. Non troppa, come ha imposto l’organizzazione subordinata alle prescrizioni anti covid. Molta, se si considera la concorrenza della nazionale di calcio che giocherà tra poco.
“Chi non ha passato non ha futuro – esordisce l’assessore alla cultura Simone Lenzi – e questa mostra permette di restaurare la nostra memoria, con tante storie da raccontare per aprirci al mondo dopo tanti anni di chiusura. Con questa seconda tappa, dopo Modigliani, Livorno torna ad essere una meta attrattiva per arte e cultura.”
“Il ritorno di Puccini nella sua città natale – spiega Olimpia Vaccari presidente di Fondazione- Livorno – Arte e Cultura, braccio organizzativo della mostra che insieme alla task force del Comune ha realizzato l’evento in tempi rapidissimi – è un riconoscimento che assieme all’Amministrazione comunale abbiamo voluto tributare ad un grande artista livornese come Mario Puccini. Proseguiremo questo percorso in autunno portando in città un protagonista assoluto del divisionismo, Vittore Grubicy De Dragon. Anche quello sarà un evento eccezionale”.
Il saluto della Regione Toscana, che ha patrocinato l’evento, viene portato dal consigliere regionale Francesco Guzzetti, poi la parola passa alla curatrice della mostra – e del bellissimo catalogo edito da Pacini – Nadia Marchioni. Spiega il significato del titolo, “Mario Puccini. Van Gogh involontario”, ripreso da un commento del critico Emilio Cecchi e poi si sofferma sulle varie tappe della vita artistica del grande erede di Fattori che sa rinnovare il messaggio del maestro ispirandosi ai più interessanti esperimenti che arrivano d’Oltralpe, primo su tutti il Giardiniere di Van Gogh.
La crisi depressiva, l’internamento all’ospedale psichiatrico di Siena, ma anche l’amicizia col collezionista-pittore Mario Sforni, con Plinio Nomellini e Oscar Ghiglia, la sua voglia di conoscere le novità europee grazie alle frequentazioni di importanti mercanti e collezionisti fiorentini ed al vivace dibattito culturale che si sviluppava nelle sale del livornese Caffé Bardi, dove s’intratteneva, durante il suo ritorno in Italia, anche Amedeo Modigliani, che con Puccini condivide l’anno di morte 1920.
Ricostruendo l’universo di artisti che contribuì alla maturazione del grande pittore, la mostra presenta centocinquanta opere, fra cui un importante nucleo collezionistico ritrovato in questa occasione, che permette al visitatore di osservare dipinti e disegni assenti dalle esposizioni pubbliche da oltre cinquanta anni, talvolta mai esposti precedentemente o, addirittura, inediti.