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Ai Granai di Villa Mimbelli si apre la mostra “Alfredo Müller. Un ineffabile dandy dell’impressionismo”
Si apre a Livorno il 27 febbraio, ai Granai di Villa Mimbelli, la mostra dedicata a Alfredo Müller, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno in collaborazione con il Comune di Livorno, l’Associazione Archivi e Eventi, gli Amici dei Musei e dei Monumenti Livornesi.
Per la prima volta l’artista livornese (Livorno, 1869–Parigi 1939), amico di Cézanne, Renoir e Pissarro, approda nella sua città natale con un percorso espositivo antologico di circa 130 opere, tra dipinti e opere grafiche, in larga parte inedite.
La mostra, curata da Francesca Cagianelli e allestita sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il Patrocinio di Ministero degli Affari Esteri, Ministero dei Beni Culturali, Ambasciata di Francia, Consolato di Francia, Regione Toscana, Provincia di Livorno e con il contributo di Montenovi srl (Roma), Nobili Pubblicità (Livorno), DOC, Parole e Libri (Livorno) resterà aperta fino al 25 aprile 2011.
Protagonista del complesso panorama artistico tra Ottocento e Novecento, dotato di intuito sorprendente e autonomia espressiva, Müller ricopre un ruolo nodale nel rapporto tra Italia e Francia, contribuendo alla diffusione di un linguaggio europeo, che passa dal simbolismo, all’impressionismo al postimpressionismo.
Negli anni Dieci, le sue riflessioni sull’estetica cézanniana, lontane da accademismi subalterni, gli consentono di aggiornare la propria espressività creativa mantenendo però quella leggerezza decorativa e quella grazia cromatica che lo sorressero fino alla stagione delle Arlecchinate e, ancora oltre, alle ultime impalpabili invenzioni di campagne e di marine.
Nel 1922, in occasione della mostra alla Galleria Pesaro di Milano, Ugo Ojetti celebra il ruolo pioneristico di Müller che, dopo la ventennale e intima frequentazione, nel suo soggiorno francese, di artisti come Cézanne, Pissarro, Degas, Renoir, Toulouse-Lautrec per primo li fa conoscere ed amare dai giovani pittori toscani, tracciandone argute biografie.
Più tardi, invece, Raffaello Franchi evoca Müller tra “gli ineffabili dandies del romantico impressionismo francese” per la sua creatività psicologica e colta.
La mostra, avvalendosi di riscontri biografici, tenta di collocare l’opera mülleriana in una corretta impalcatura storiografica che ne mette in risalto i meriti.
La produzione dell’artista si affranca così da quel cézannismo privo di autonomia espressiva al quale è stata spesso ricondotta ed esplode in tutta la sua solarità mediterranea, arricchita da un innato talento decorativo e da un’emotività assolutamente personale.
Meglio di ogni altra opera conferma tale internazionalismo lo straordinario ciclo delle Arlecchinate, reinterpretate tra permanenze cézanniane e illuminazioni fauves.
L’ampio catalogo, curato da Francesca Cagianelli, edito da Polistampa (Firenze), costituisce la prima monografia ragionata dell’artista e comprende i saggi critici di Franco Sborgi, Hélène Kohel, Francesca Cagianelli, Emanuele Bardazzi. Biografia e bibliografia sono curate da Azzurra Conti.
Orario di apertura della mostra:
Venerdì 10 – 13 /16 – 19
Sabato 10 – 13 /16 – 19
Domenica 10 – 13 /16 – 19
Domenica 24 aprile 17 – 19
Lunedì 25 aprile 10 – 12 / 17 – 19
Info 0586.826111 – info@fondazionecariliv.it