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Giovanni Campus incontra gli allievi della Fondazione Trossi-Uberti

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Martedì 3 febbraio alle ore 15 l’artista Giovanni Campus incontrerà allievi, docenti e amici di Villa Trossi- Uberti presso Fondazione Livorno (piazza Grande n. 23) dove è attualmente allestita una sua personale.

Campus, che dal 1961 al 1965 ha frequentato i corsi della Fondazione Trossi-Uberti diretta dall’incisore Carlo Guarnieri, parlerà della sua vita artistica e guiderà i presenti nel percorso della mostra che raduna oltre 60 opere realizzate dagli anni Cinquanta al 2014.

La partecipazione è libera e gratuita previa prenotazione presso la Segreteria della Fondazione Trossi-Uberti.

La mostra Giovanni Campus 1965/2014, a cura di Marco Meneguzzo, allestita presso la Fondazione Livorno dal 6 dicembre 2014, resterà aperta fino all’8 febbraio 2015.

Giovanni Campus nasce nel 1929. Negli anni ’60 lascia la nativa Olbia per trasferirsi a Livorno dove condivide i fermenti creativi della città con gli artisti locali e nel 1966 inizia un rapporto tuttora in atto con la Galleria Giraldi.

L’artista studia a Genova e nel 1968 si trasferisce a Milano, dove ancora vive e lavora, ma non interrompe mai i suoi legami con Livorno. Alla città ha donato, negli anni ’70, alcune opere che arricchirono l’allora Museo Progressivo di Arte Contemporanea di Villa Maria e altre ancora, nel 2007, in occasione della mostra dei suoi disegni, dedicatagli dall’Amministrazione Comunale, presso i Granai di Villa Mimbelli.

Il lavoro di Campus definito “site specific” data dalla metà degli anni Settanta, e le sue “Determinazioni” (tratti di corda che definiscono le rocce della Gallura, trasformando la scogliera in scultura), realizzate dal 1983, costituiscono uno degli esempi più importanti di Land Art italiana, e non solo. La definizione dello spazio, attraverso linee-forza trasformate in barre metalliche o in travi di legno, rappresenta la sua “cifra” stilistica, che si è andata evolvendo continuamente nel corso degli ultimi tre decenni, fino alla commistione tra superficie quasi pittorica e intervento plastico. L’intento etico del suo lavoro viene costantemente confermato dalla ricerca costante di collaborazione collettiva al lavoro, di “costruzione sociale” dell’opera, che trova la sua metafora sostanziale nella domanda esistenziale sulla propria collocazione nella realtà del mondo.

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