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“Giulio Guiggi. Segno e forma plastica” inaugurazione della mostra

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Sarà inaugurata giovedì 8 maggio alle ore 17.30 la mostra “Giulio Guiggi. Segno e forma plastica”, la prima esposizione temporanea realizzata dalla Fondazione Livorno presso i propri locali di Piazza Grande 23 e curata dal prof. Nicola Micieli.
Nei giorni 9, 10 e 11 maggio la mostra sarà aperta gratuitamente a tutti i visitatori dalle ore 16 alle 19.30, mentre dal 12 maggio all’8 giugno sarà possibile visitarla previo appuntamento da concordare con la cooperativa Diderot Servizi per la cultura (cell 347.8600806, tel 0586.501365) che organizzerà visite guidate anche per scuole e gruppi.
Il percorso espositivo della mostra antologica comprende sculture e disegni dell’artista eseguiti dal 1932 al 1993 – e una considerevole documentazione fotografica delle opere pubbliche – provenienti da collezioni private e dalla collezione della Fondazione Livorno che, grazie alla generosa donazione degli eredi, vanta un cospicuo numero di sculture e disegni dell’artista. Nato nel 1912 a Pomarance, Giulio Guiggi frequenta giovanissimo la Scuola d’Arte di Volterra mentre lavora presso le botteghe artigiane dell’alabastro. Con la morte dei genitori e la crisi dell’alabastro, nel 1930 si trasferisce a Livorno, ospite di don Guiggi parroco di San Jacopo in Acquaviva. A Livorno frequenta lo studio del maestro Cesare Tarrini. Pur tra mille difficoltà economiche, accentuate dalla morte dello zio, lavora intensamente e si fa conoscere presto come un giovane scultore di sicuro talento. Nel 1937 alla Mostra d’Arte Estate Livornese, che si tiene allo Stabilimento “Acque della Salute”, ottiene il secondo premio con il Ritratto di Galeazzo Ciano ed espone con artisti del calibro di Tosi, Nomellini, Carrà, Manzù, Messina. Nel 1939 la prima importante committenza: i fregi decorativi per la Scuola della Milizia di Livorno, poi Caserma dei Carabinieri. Esegue negli anni seguenti numerose ritratti, rilievi, sculture a tutto tondo pubbliche e private: per chiese, edifici pubblici, istituzioni e privati cittadini, attività che non cesserà, anzi si intensificherà dopo il cataclisma della guerra, con gli anni Cinquanta della ricostruzione e nei decenni successivi. Nel 1950 esegue il Monumento al Partigiano, che si ammira in Via Rossi a Livorno. Suoi anche i bassorilievi della tomba/monumento a Mascagni e il Monumento al Villano, questo eseguito in collaborazione con Vitaliano De Angelis. Nel 1954 è finalista al concorso nazionale per le Porte del Duomo di Siena. Due anni dopo è presente alla VII Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma, mentre tra il ’59 e il ’61 partecipa a due edizioni della Biennale d’Arte fiorentina “Premio del Fiorino”, a Firenze. Nel 1960 è presente al Premio Forlì e l’anno dopo realizza l’opera sua maggiore: La Previdenza, bassorilievo in bronzo di quattro metri per nove nella Direzione Generale dell’Enpas a Roma. Dal 1961 insegna altresì discipline plastiche all’Istituto d’Arte di Pisa, e aveva già tenuto corsi di scultura e disegno alla Fondazione Trossi Uberti di Livorno, dove continuerà a insegnare ancora per molto tempo. Uomo di grande discrezione e concentrato sul lavoro, Guiggi è tuttavia partecipe della vita artistica e culturale di Livorno. Componente dal 1953 al 1960 del Gruppo Eaista fondato da Voltolino Fontani, per molti decenni del Gruppo Labronico e tra i più assidui frequentatori del Cenacolo della Valle Benedetta, non ha mancato di prestare la propria opera quale consulente artistico istituzionale e commissario di mostre, premi e concorsi.
Con le opere destinate a edifici pubblici, chiese, teatri e luoghi aperti come Villa Fabbricotti dove sono alcuni suoi busti, per esempio quelli dei pittori Bartolena e March, Guiggi ha lavorato in parallelo e intensamente alla scultura di libera ispirazione: teste, busti, figure e soprattutto nudi femminili che hanno costituito, nelle variazioni stilistiche dal modello classico all’estenuazione “manierista” della forma plastica e dei movimenti, il filo rosso di un sessantennio di ricerca scultorea sempre rimodulata su una ricchissima gamma formale, nelle sue grandi e piccole figure di Bagnanti, di Ballerine, di Pomone di vitali giovinetti animati di spirito panico. Se ha realizzato con grande professionalità opere di ispirazione sia religiosa che civile, abitati da figure di soldati, artisti, politici, privati cittadini, santi, angeli e scene evangeliche, certo più compiutamente e con maggiore partecipazione si è espresso nei suoi soggetti prediletti: i ritratti di fanciulle e le sinuose figure femminili, nelle quali sapeva cogliere, trasponendola plasticamente, la grazia e la vitalità del corpo incontrato nella sua pienezza espansiva.
Giulio Guiggi ha cominciato a lavorare nella scultura da adolescente e ha continuato a farlo fino alla morte avvenuta a Livorno, nel febbraio 1994.

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